Colonna Vittoria (1490 /1492 - 1547) - DOLCE Ludovico (1508-1568) |
- TULLIA d'ARAGONA (1510-1556)
-LE RIME DELLA SIG. VITTORIA COLONNA MARCHESA ILLUSTRISSIM A DI PESCARA. CORRETTE PER M. LODOVICO DOLCE. Unito a: RIME DELLA SIGNORA TULLIA DI ARAGONA, ET DI DIVERSI A LEI . DI NUOVO RISTAMPATE ET IN PIU' LUOGHI CORRETTE.
Colonna Vittoria (1490 /1492 - 1547) - DOLCE Ludovico (1508-1568) |
- TULLIA d'ARAGONA (1510-1556)
LE RIME DELLA SIG. VITTORIA COLONNA MARCHESA ILLUSTRISSIM A DI PESCARA. CORRETTE PER M. LODOVICO DOLCE. Unito a: RIME DELLA SIGNORA TULLIA DI ARAGONA, ET DI DIVERSI A LEI . DI NUOVO RISTAMPATE ET IN PIU' LUOGHI CORRETTE.
Legatura settecentesca in pella maculata con duplice filetto in oro ai piatti, autori in oro su tassello rosso al dorso; guardie marmorizzate, tagli spruzzati. Primo volume: 134-(10, manca l'ultima bianca?, Edit ne cita solo 8) pagine numerate, compreso il frontespizio con titolo e marca tipografica, ripetuta diversa all'utlima pagina. Prima edizione nel 1538. Cfr. Muriel M. S. Barbero, Vittoria Colonna ‘dedicata’: sulle dediche delle Rime di Vittoria Colonna tra XVI e XIX secolo, " Concludendo questa ricognizione delle dediche cinquecentesche delle Rime di Vittoria Colonna, occorre infine menzionare quella anteposta da Lodovico Dolce a un’edizione da lui curata nel 1552 per i tipi di Gabriele Giolito, la quale, a giudicare dalle ristampe che seguirono, nel 1559 e nel 1560, ebbe un enorme successo.106 La dedica AL MAGNIFI / CO M. GIORGIO / GRADINICO,107 presente anche nelle successive ristampe di quest’edizione,108 si distingue dal filone fin qui analizzato. Essa rappresenta infatti, dopo quella della princeps, l’unica dedicatoria cinquecentesca delle Rime della Colonna a non essere indirizzata a una donna...". Secondo volume: 39-(1) carte numerate, compreso il frontespizio con titolo e marca dei Giolito, ripetuta diversa al verso dell'ultima carta. Seconda edizione, la prima nel 1547. Cfr. Liber Liber, Tullia d'Aragona: "Alla contessa Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I e sua protettrice, dedicò invece la raccolta delle Rime (edite nel 1547 a Venezia), di raffinata e sensibile ispirazione petrarchesca. Scrive il Téoli, nella sua prefazione all’edizione delle Rime del 1864: «Volemmo (…) dar un esempio della letteratura e dello stile delle belle italiane del secolo decimosesto. E crediamo che la Tullia farà loro onore per una certa franchezza e disinvoltura, e anche talvolta per una certa saporita fiorentinità, ch’ella attinse per avventura dal suo consorzio coi Fiorentini, e singolarmente col Varchi». Esemplare in buone condizioni complessive, ricolorazione scura al bordo dei piatti oltre i filetti in oro e al dorso, gora alla parte inferiore dell'ultima carta del secondo volume.
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