DALI' Salvador (11 maggio 1904 - 23 gennaio 1989 Figueres, Spagna)
PARADISO - CANTO IX - IL TROVATORE VESCOVO
DALI' Salvador (11 maggio 1904 - 23 gennaio 1989 Figueres, Spagna)
PARADISO - CANTO IX - IL TROVATORE VESCOVO
"Folco mi disse quella gente a cui /
fu noto il nome mio.”
Stampa originale eseguita a xilografia impressa a più colori. L’edizione pubblicata in sei volumi della Divina Commedia con all'interno cento illustrazioni di Salvador Dalì fu stampata in 3044 esemplari di cui 44 esemplari sotto la direzione di Giovanni Mardersteig, 3000 impressi dalla Stamperia Valdonega su carta a mano dei fratelli Magnani di Pescia, di cui 100 con doppia serie di stampe e 2900 come quella da cui proviene l'esemplare in esame. Le tavole sono state eseguite a Parigi sotto la direzione del Maestro Raymond Jacquet, su carta Rives. La tavola è tratta dalla più importante opera illustrativa mai realizzata dal grande maestro spagnolo. 100 tavole riferite alle tre cantiche, Inferno, Purgatorio e Paradiso. "Ho voluto che le mie illustrazioni per Dante fossero come delle lievi impronte di umidità su un formaggio divino. Di qui, il loro aspetto variopinto d'ali di farfalla". Parole di Salvador Dalí a commento delle sue xilografie dedicate a “La Divina Commedia". Si tratta di 33 trittici (e un'ultima tavola sull'Inferno) ognuno dei quali è composto di tre tavole che raccontano il Paradiso, il Purgatorio e l'Inferno danteschi. In tutto ci sono voluti più di 5 anni di lavoro per incidere 3500 legni su cui sono stati impressi progressivamente i 35 colori di ogni singola tavola. L'opera d’incisione delle lastre in legno che riproducono le tavole è stata realizzata dal maestro Raymond Jacquet sotto la diretta supervisione di Salvador Dalí che le ha firmate, numerate e pubblicate in Francia per Les Heures Claires. Le 100 tavole da cui le xilografie sono tratte, hanno visto la nascita agli albori del periodo mistico di Dalí. Basti pensare che l'artista spagnolo ha impiegato ben dieci anni per completarle, dal 1950 al 1959, presentandole al pubblico nel 1960 al Palais Gallièra di Parigi. Le tavole furono prevalentemente dipinte ad acquerello con interventi a penna per interpretare e reinventare ciò che i versi della “Divina Commedia” suscitano nel visionario immaginario di Dalí. Ne scaturiscono forme e colori ora grotteschi, ora dissacranti, ironici, drammatici, sensuali, estatici, allegorici e inaspettatamente leggiadri e sublimi. L'esemplare si presenta in buone condizioni conservative.
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