LITOGRAFO non identificato secolo XIX
-IL FARMACISTA
LITOGRAFO non identificato secolo XIX
IL FARMACISTA
Litografia originale eseguita su foglio imperiale. L' opera eseguita con abile e fine tratto disegnativo, spetta ad un non identificato litografo del XIX secolo. La tavola raffigura l'interno di una farmacia dove un uomo chiede consigli medici al farmacista dietro al bancone, il foglio in esame riprende sia la tradizione della caricatura e degli studi fisiognomici, sia il filone , tipico dell'arte accademica, degli studi sull'espressione delle passioni e occupazioni umane. La scena è ricca di particolari iconografici riferiti al farmacista, professione che vanta antiche origini, anticamente in Giappone vi erano uomini che si potevano raffrontare ai moderni farmacisti, essi venivano rispettati per il loro lavoro. Nell'antica Grecia i rhizotomoi ricercavano e curavano con erbe e radici così come nell'antica Roma dove nascevano le prime vere e proprie farmacie ,Tabernae medicinae, nelle quali la figura del Pharmacotriba non esercitava più la medicina ma vendeva rimedi medicamentosi e realizzava medicamenti composti prescritti da medici. In Italia la figura del farmacista (lo speziale o rizotomo), fino al XII sec. considerato un semplice artigiano al servizio del medico, iniziò ad affermarsi dal XIII sec. come professionista autonomo grazie soprattutto alla volontà dell'imperatore Federico II di Svevia, sovrano colto ed illuminato del Regno di Sicilia, fondatore dell'Università di Napoli che ancora oggi porta il suo nome, promosse fortemente la cultura araba e stimolò gli studiosi ad occuparsi di matematica, scienze naturali ed alchimia. Fu Federico II che separò e regolamentò l'esercizio della professione medica e quella dello speziale. Ben presto anche in altre zone d'Italia, come in Toscana (a Firenze e Siena), in Veneto (a Padova e Venezia), nonché a Roma, Genova, etc., furono fissati i principi fondamentali che regolamentavano la professione (statuti delle Arti degli Speziali). Nel 1400 la "Corporazione degli Speziali" era già considerata una fra le più importanti nella società dell'epoca ed era compresa tra le sette Arti Maggiori. Solo a partire dalla seconda metà del '700 la chimica iniziò ad influenzare la terapia e pertanto nacquero i primi trattati di farmacia e le prime farmacopee, inizialmente tutte in latino; l'antica nomenclatura alchimistica iniziò così ad essere sostituita da quella chimica. Nella farmacopea Sarda del 1853, ad esempio, accanto ad alcaloidi all'epoca recentemente scoperti come atropina, morfina, codeina, etc., era ancora annoverata la "carne di vipera", considerata per secoli una vera panacea. Nascono così le prime vere scuole di Farmacia ed è in questo periodo che inizia a tramontare l'antico nome di speziale ed inizia ad imporsi quello di farmacista, cioè colui che esercita l'arte della farmacopea, ovvero della preparazione dei farmaci. Esemplare in buono stato conservativo.
Hai un libro antico oppure un'opera d'arte e vuoi conoscerne il valore?