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SEVERINI Gino (Cortona 1883-Parigi 1966)

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LE DANSEUSE

Specifiche

  • Autore:

    SEVERINI Gino (Cortona 1883-Parigi 1966)

  • Titolo:

    LE DANSEUSE

  • Luogo: Parigi
  • Editore: L'ouvre gravée, Michel Chassé
  • Data: 1957
  • Formato: cm 57X39,5
  • Cfr. Bibliografico: FRANCESCO MELONI, "Gino Severini. Tutta l'opera grafica", Libreria Prandi, Reggio Emilia, 1982, pp. 80 - 81

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Descrizione prodotto

Litografia impressa in 7 colori, firmata e numerata a matita 169/175. Gino Severini  pittore italiano che seppe unire scienza ed arte, rigore costruttivo e fantasia inventiva, raggiungendo la più completa felicità espressiva quando, tra il 1910 ed il 1915, innestò i valori dinamici del futurismo su quelli costruttivi del cubismo. Nato a Cortona il 7 aprile 1883, giunse sedicenne a Roma. Qui Giacomo Balla lo avviò alla pittura divisionista che approfondì a Parigi a partire dal 1906 (Primavera a Montmartre, 1909). A contatto con Pablo Picasso e Georges Braque, Juan Gris e Guillaume Apollinaire, partecipò al nascere e svilupparsi del cubismo (che teorizzò in Dal cubismo al classicismo, del 1921, mentre i suoi amici pittori rivivranno nell'autobiografica Tutta la vita di un pittore, del 1946). Risiedendo a Parigi dal 1906, Severini fece da intermediario fra i colleghi futuristi in Italia e gli amici dell'avanguardia parigina dediti in questo periodo al Cubismo. Il tema della Danza ispirò fortemente la sua fantasia sperimentale. La ricerca che l'artista fece fu sempre caratterizzato da alcuni elementi quali la luce, il colore e alcune particolari forme di ispirazione cubista atte a trasmettere il movimento. Firmatario nel 1910 del manifesto della pittura futurista, sollecitò Umberto Boccioni e Carlo Carrà a raggiungerlo a Parigi dove, nel 1912, organizzò la prima mostra dei futuristi. Frequentatore di cabaret, Severini rappresentò quel mondo notturno di luci e danze in capolavori come La danza del pan pan al Moncio (1911), Geroglifico dinamico del bal tabarin e Ballerina in blu (1912).Giunse a una visione caleidoscopica in cui spazio e tempo, presente e passato, insieme e particolare si fondono in una festa di luci e colori.Dal 1924 al 1934, anche a seguito di una crisi religiosa, si dedicò all'arte sacra in grandi affreschi e mosaici soprattutto per chiese svizzere. Nel secondo dopoguerra, riscrivendo in chiave di decorativismo astratto le proprie opere futuriste, Severini ritrovò la vena più felice. Nel 1949-1950, Severini aderì al progetto della importante collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera "Simboli del lavoro". Esemplare in buono stato conservativo, lieve impronta di una precedente incorniciatura.

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